Emigrazione
E io parto...
Pubblicato il rapporto "Italiani nel mondo 2014" della fondazione Migrantes.
Il IX rapporto "Italiani nel mondo 2014" presentato a Roma dalla fondazione Migrantes, si caratterizza di 47 approfondimenti elaborati da 55 autori che hanno indagato il fenomeno migrazione in Italia e all'estero, veicolando informazioni per conoscere meglio l'emigrazione italiana del passato, ma soprattutto la mobilità degli italiani oggi.
Nel Rapporto si è registrato un numero di circa 94 mila persone che hanno lasciato il Paese, nel corso del 2013, cifra superiore ai flussi di lavoratori immigrati in Italia. Al riguardo sono stati esaminati, come di consueto, gli elementi del database centrale dell'anagrafe degli italiani residenti all'estero, come anche si sono analizzate le iscrizioni avvenute sempre all'Aire, con la motivazione dell'espatrio avvenuto.
Dal database emerge che l'Argentina, con 725 mila connazionali, è il primo Paese dell'emigrazione italiana, segue la Germania con 665 mila unità, la Svizzera con 570 mila unita', la Francia 378 mila, il Brasile con 332 mila, l'Uk con 223 mila.
E' in continua crescita il numero degli italiani che annualmente vanno a vivere all'estero, nel 2013 sono partiti, in valore assoluto, 94.126 contro i 78.941 del 2012. L'Uk è il paese dove maggiormente emigrano i nostri giovani, con una crescita del 71,5 % rispetto l'anno precedente. Sorprendentemente la regione italiana con la maggior fuoriuscita di connazionali è stata la Lombardia, con 16.418 unita'.
Il profilo dei migranti evidenzia la partenza di uomini con il 56,3%, e non sposati in misura del 60% di casi. La classe di età segnala che il 36,2% è compreso nel range 18-34 anni e con una percentuale leggermente inferiore alla classe 35-49 anni, segnale questo che la decisione di partire viene motivata, in gran parte dei casi, per disoccupazione e crisi economica. L'Aire segnala 141 mila nuove iscrizioni avvenute nel 2013 ovvero il 3,1% in aumento rispetto al 2012.
Nel mondo, complessivamente, ci sono 4.482.115 connazionali residenti in una moltitudine di Paesi al 1' gennaio 2014. Si registra, inoltre, un aumento delle iscrizioni per nascita nonché delle iscrizioni degli over 65.
Per concludere, la partenza per le Americhe, della fine del 1800 ed inizi del 900, come anche l'emigrazione italiana in Europa del primo e secondo dopoguerra, per la ricerca di opportunità di vita e di lavoro, assume in questi tempi nuovo impulso e nuova linfa, tale da destare grandi preoccupazioni, se chi parte appartiene ad un segmento giovane della nostra società dotato di strumenti culturali e conoscenze di grande spessore, di cui il nostro Paese non dovrebbe privarsi.
Stefano Olivieri Pennesi
(9 ottobre 2014)
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