ABORTO
Interruzioni volontarie di gravidanza: dal 2005 un fenomeno in costante calo
Presentata al Parlamento dal ministro della Salute Lorenzin la relazione sull'attuazione della legge 194 del 1978.
Dal 2005 in Italia il tasso di aborti, o meglio interruzioni volontarie di gravidanza è in costante diminuizione. E’ uno dei dati che emergono dalla Relazione sull’attuazione della legge 194 del 1978, che stabilisce norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), presentata al Parlamento ed in cui vengono presentati i dati definitivi relativi all’anno 2012 e quelli preliminari per l’anno 2013. Nel testo si legge che “Si conferma la tendenza storica alla diminuzione dell’IVG in Italia: nel 2013 sono state notificate 102˙644 IVG, con un decremento del 4.2% rispetto al dato definitivo del 2012 (107˙192 casi). Il tasso di abortività (numero delle IVG per 1˙000 donne tra 15-49 anni), che rappresenta l’indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza al ricorso all’IVG, nel 2013 è risultato pari a 7.6 per 1˙000, con un decremento del 3.7% rispetto al 2012 (7.9 per 1000).
Il rapporto di abortività (numero delle IVG per 1000 nati vivi) nel 2013 è risultato pari a 203.8 per 1000, con un incremento dello 0.3% rispetto al 2012 (203.1 per 1˙000). Il piccolo incremento è dovuto al fatto che questo rapporto stima l’abortività rispetto ai nati vivi che nel 2013, secondo i dati provvisori forniti dall’ISTAT, sono diminuiti di molto rispetto al 2012 (503.745 vs 527.770).
Riguardo ai dati definitivi del 2012, rimane elevato il ricorso all’IVG da parte delle donne straniere, a carico delle quali si registra il 34% delle IVG totali in Italia: un contributo che è andato inizialmente crescendo e che si sta stabilizzando come percentuale, mentre il numero assoluto è diminuito negli ultimi due anni. Tra le minorenni, il tasso di abortività nel 2012 è risultato pari a 4.4 per 1000 (nel 2010-11 era 4.5). Si conferma il minore ricorso all’aborto tra le giovani in Italia rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell’Europa Occidentale. In generale sono in diminuzione i tempi di attesa, pur persistendo una non trascurabile variabilità fra le regioni”.
Non va dimenticato che nella relazione si tiene conto anche del fenomeno immigrazione: un terzo del fenomeno di IVG infatti è attribuibile a donne con cittadinanza estera (34.0% del totale delle IVG). Tale contributo – continua il documento - è andato crescendo negli anni, in particolare dagli anni ’90 (nel 1995 tale percentuale era pari al 7%) anche se negli ultimi due anni si è osservata una stabilizzazione di tale percentuale e una diminuzione del numero assoluto di IVG. I valori assoluti delle IVG delle cittadine straniere sono riportati nel par. 2.6, e vanno da 8967 del 1995 a 35.388 nel 2012.
Il numero di aborti clandestini per le donne italiane è stimato compreso nell’intervallo tra 12˙000 e 15˙000 casi. Per la prima volta si è effettuata una stima anche per le donne straniere che è risultata compresa tra 3˙000 e 5˙000 aborti clandestini, con aspetti critici da un punto di vista metodologico in questa popolazione ancora più rilevanti. Queste stime indicano una stabilizzazione del fenomeno negli ultimi anni, almeno per quanto riguarda le italiane (15˙000 erano gli aborti clandestini stimati per le italiane nel 2005), e una notevole diminuzione rispetto agli anni 80-90 (100˙000 erano i casi stimati per il 1983, 72˙000 nel 1990 e 43˙500 nel 1995).
Negli ultimi trenta anni il tasso di abortività è diminuito tra le donne con il diploma di scuola superiore o laurea (da 14 per 1000 nel 1981 a 6 per 1000 nel 2010), mentre è rimasto costante tra quelle con diploma di scuola media inferiore dal 1991 dopo un’iniziale diminuzione. Il tasso delle donne con titolo di studio basso, non si è modificato nel tempo, anzi ultimamente mostra valori in aumento.
Tra le minorenni, il tasso di abortività nel 2012 è risultato pari a 4.4 per 1000 (nel 2010-11 era 4.5), con livelli più elevati nell’Italia settentrionale e centrale. Come negli anni precedenti, si conferma il minore ricorso all’aborto tra le giovani in Italia rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell’Europa Occidentale. Ad esempio nel paragone con i più recenti valori di altri paesi (paragrafo 2.1) per le donne con meno di venti anni si osserva quanto segue: in Italia nel 2012 il tasso di abortività è stato pari al 6.3 per 1000; nello stesso anno in Germania è stato il 7.9, in Inghilterra e Galles 18.0, in Norvegia 11.4, in Romania 16.5, in Spagna 12.9, in Svezia 18.8. Tassi minori si sono registrati solo in Svizzera, con il 4.4 per mille.
Le conclusioni dell'analisi presentata al Parlamento parlano di un fenomeno dunque in diminuzione, ma che non risente di un molto diffuso senso di obiezione di coscienza che non limita i diritti di chi vuole interrompere una gravidanza. Di fatto nel 64 per cento delle strutture sanitarie pubbliche si effettuano IVG. La presenza di strutture è in tutte le regioni, tranne due, soddisfacente.
Infine il ministro Lorenzin ha sottolineato che la prevenzione dell’IVG è obiettivo primario di sanità pubblica e ha confermato la tendenza storica alla diminuzione dell’IVG in Italia, che diventa ancor più evidente se si scorporano i dati relativi alle donne italiane rispetto a quelli delle straniere. Un lieve aumento del solo parametro del rapporto di abortività, registrato nei dati preliminari relativi al 2013, confrontato con quello del 2012, è legato al notevole calo delle nascite registrato nel 2013.
Giuseppe Bianchi
(19 ottobre 2014)
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