Unione Europea
Financial Times : "la flessibilita' non porta voti in Germania"
Continua la discussione tra i vari rappresentanti dei Paesi dell'Unione sul tema della crescita e della flessibilita', ma il giornale londinese sostiene che e' l'opinione pubblica tedesca ad influire sulle decisioni della Merkel.
In Italia gli opinionisti sono ancora tutti impegnati a dare la loro interpretazione al c.d. “documento dei dieci sì” del M5S in risposta alle richieste del PD. C’è chi ha pensato ad una sorta di resa dei conti in casa grillina, con Casaleggio e Di Maio che mettono all’angolo Grillo e, quindi, ad una vera e propria capitolazione dei pentastellati di fronte al diktat di Renzi.
Ma c’è anche chi si è dimostrato più prudente, tenuto conto che i tanti precedenti non lasciano affatto immaginare un duello all’arma bianca in casa del M5S, ma piuttosto ad una sorta di “gioco delle parti”, con i “buoni” che vogliono dimostrare a tutti i costi di volere il confronto col PD -nel probabile intento di rompere l’asse tra Renzi e Berlusconi- ed i “cattivi”,leggasi Grillo, che tiene sempre altissima la polemica, anche perché sembra di capire che questi atteggiamenti provocatori non dispiacciono affatto alla “base” grillina.
Resta il fatto che i c.d. “dieci sì”, in realtà sono quasi tutti “condizionati” e, quindi, in fondo sono ancora tutti da interpretare. Ne sapremo di più se -come ha dichiarato il vice di Renzi, Guerini- ci sarà finalmente l’incontro tra democratici e pentastellati.
In queste ore Renzi si è dedicato all’Europa e la stessa cosa ha fatto il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il Premier, intervenendo al “Digital Venice”, ha dichiarato che l’Europa deve essere lo spazio della libertà; dobbiamo rendere più bella la globalizzazione. Gli investimenti digitali devono stare fuori dal Patto di Stabilità”; quindi, rivolto al fronte interno, “ piaccia o non piaccia le riforme le facciamo”.
Un Premier, quindi, sempre molto sicuro nell’atteggiamento e nelle dichiarazioni, soprattutto nei confronti dei “dissidenti PD”, contrari soprattutto all’Italicum, oltre che al Senato “non elettivo”.
Da parte sua il Ministro Padoan ha partecipato all’Eurogruppo (la riunione dei ministri finanziari dell’eurozona) e poi ha presieduto la riunione dell’Ecofin (la riunione dei ministri finanziari dell’Unione Europea), la prima del semestre italiano di presidenza.
Padoan nella conferenza stampa ha “snobbato” il Presidente della Bundesbank (che aveva attaccato Renzi sulla flessibilità) dichiarando che “Weidemann non fa parte del Governo tedesco”, col quale, invece, il ministro italiano ha voluto ribadire che “c’è identità di vedute”. In particolare, Padoan ha precisato di essere “sulla stessa linea del ministro delle finanze tedesco Schaeuble”.
Il Ministro dell’Economia ha concluso sottolineando che “la sostenibilità del debito pubblico italiano è fuori discussione”.
Fin qui le dichiarazioni dei rappresentanti del nostro Esecutivo. Per la verità, dall’estero arrivano voci dissonanti, come quella del Presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, secondo il quale “si può avere flessibilità solo a fronte di riforme fatte, non solo annunciate; ed in ogni caso è la Commissione Europea che deve valutare le riforme”. Sulla stessa linea il Commissario Europeo agli Affari Economici Kallas : “prima le riforme e poi la flessibilità”.
E’ vero che il candidato alla Presidenza della Commissione Jean-Claude Juncker oggi ha detto che “serve flessibilità per non deragliare”, ma occorre sottolineare che -come è accaduto in passato- l’ultima parola spetterà come sempre ad Angela Merkel.
A questo proposito, non sembra molto rassicurante quanto ha scritto oggi il Financial Times, che ha evidenziato come la posizione di Renzi e del Governo italiano ricordi molto quella del Premier spagnolo Rajoy e del Presidente francese Holland. “L’Eurozona è piena di leader che pensavano di aver ottenuto concessioni da Berlino, solo per ritrovarsi ricacciati indietro a causa della successiva reazione politica in Germania”.
Secondo il quotidiano londinese, “forse Renzi ha qualche margine in più, ma è ormai provato che è l’opinione pubblica tedesca a guidare le scelte di Angela Merkel : e la flessibilità non porta voti in Germania”.
Moreno Morando
(8 luglio 2014)
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