Gas
L'Europa agli USA: vogliamo il vostro gas. Ma a quale prezzo?
Rivelato dal Washington Post un documento a firma del Consiglio Europeo che invita gli USA a cancellare le restrizioni per l'esportazione di gas e petrolio. Restano i dubbi sulla convenienza di una simile operazione.
Continua la "guerra del gas" che sotterranea agita l'Europa nel confronto con Russia e Stati Uniti. Come un fido maggiordomo l'Europa, infatti, dopo aver appoggiato l'allontanamento dell'Ucraina dalla sfera di interesse della Russia, si rivolge agli States per ottenere gas e petrolio che - tuttavia - non saranno mai a basso costo.
Questo è quanto emerge da un documento rivelato dal Washingtn Post in merito ai negoziati per la Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip), che ripartiranno lunedì a Bruxelles. Nel documento l'Europa insiste affinché il trattato di libero scambio Ue-Usa includa un capitolo specifico su energia e materie prime, con un impegno scritto e vincolante da parte di Washington a rendere automatica la concessione di licenze per esportare idrocarburi in Europa. In questo modo, suggerisce il Consiglio europeo, "gli Usa non avrebbero bisogno di modificare l'attuale normativa su petrolio e gas".
Ciononostante istituzioni europee hanno più volte spronato anche pubblicamente gli Usa, affinché accelerino l'apertura delle frontiere ai loro idrocarburi. Il commissario Ue all'Energia, Günther Oettinger ha più volte citato l'LNG americano tra i rimedi alla dipendenza dal gas russo.
Anche il documento del Consiglio europo calca la mano su questi aspetti: "La crisi in Ucraina – vi si afferma – conferma la delicata situazione con cui la Ue deve confrontarsi in materia di dipendenza energetica. Ovviamente la Ue continuerà a lavorare per conto proprio per la sua sicurezza energetica e amplierà la strategia di diversificazione. Ma tale sforzo inizia con i suoi alleati più stretti".
Inoltre il documento rivela quali siano le strategie liberiste dell'UE che sembra non essersi resa conto del danno prodotto dall'ingresso della Cina nel WTO, ma esserne addirittura orgogliosa: "Nell'ultimo decennio Ue e Usa sono stati in prima linea nel contrastare le restrizioni all'export, come evidenziato dal successo del comune sforzo per cancellare le restrizioni cinesi su materie prime come sulle terre rare. Combattere insieme il nazionalismo delle risorse, confrontandosi con Paesi terzi, e al tempo stesso permettere che tra noi esistano restrizioni al commercio trasmetterebbe un messaggio sbagliato ai nostri partner e offrirebbe ai Paesi ricchi di risorse una grande opportunità per interpretare le regole del commercio in modo dannoso per le nostre economie".
Qui il documento rivelato dal Washington Post
Francesco Colafemmina
(9 luglio 2014)
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