Spending review
Quanti sprechi nella Pubblica Amministrazione?
Carburante, telefonia, energia, e tanto altro. Non sempre gli Enti pubblici rispettano la legge sull'acquisto centralizzato dei servizi. L'Autorità Anticorruzione pubblica i risultati dell'indagine effettuata con il Commissario Cottarelli.
Razionalizzare e ridurre la spesa pubblica dovrebbe essere il leitmotiv degli ultimi anni. Purtroppo non sempre è così, quando Enti e amministrazioni lavorano come se avessero carta bianca.
Sono arrivati i primi risultati dell’indagine partita a luglio, dove è emerso come luci ed ombre circondano le modalità con le quali i soggetti pubblici di riferimento gestiscono l’approvvigionamento di servizi, stipulano contratti per la forniture delle risorse necessarie agli uffici.
Insieme con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), Cottarelli, con la sua nomina a commissario straordinario, aveva un unico obiettivo: incidere direttamente sui processi amministrativi e sui meccanismi di formazione delle decisioni di spesa.
Lavoro certo non semplice, ma con gli ampi poteri di ispezione e l’ampia capacità propositiva, l’intervento nei confronti delle amministrazioni centrali e periferiche si poneva tappa necessaria per in nostro paese.
Ad oggi sono emersi alcuni dei risultati dell’indagine, divulgati in un comunicato stampa dal presidente dell’ANAC Cantone.
La normativa prevede che le amministrazioni pubbliche e le società inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) sono tenute ad approvvigionarsi (salvo situazioni in deroga) attraverso le convenzioni o gli accordi quadro messi a disposizione da Consip S.p.A. e dalle centrali di committenza regionali, relativamente alle seguenti categorie merceologiche: energia elettrica, gas, carburanti rete e carburanti extra-rete, combustibili per riscaldamento, telefonia fissa e telefonia mobile.
L’indagine compiuta ha, in particolare, riguardato affidamenti e disposti in via autonoma dalle amministrazione dello stato, da altre amministrazioni, enti e società pubbliche, nonché da enti del servizio sanitario nazionale, per importi pari o superiori alle soglie comunitarie, relativamente a categorie merceologiche (energia elettrica, gas, carburanti rete e carburanti extra-rete, combustibili per riscaldamento, telefonia fissa e telefonia mobile) per le quali si sarebbe dovuto fare ricorso obbligatoriamente all’acquisto centralizzato mediante Convenzioni Consip o Centrale d’acquisto regionale.
Conclusa l’indagine, accertati alcuni affidamenti “in deroga”, Enti e società pubbliche si sono giustificati adducendo nella maggior parte dei casi che i contratti “convenivano” in termini economici rispetto a quelli previsti dalle convenzioni.
In altri casi invece la mancata adesione alla convenzione è stata parzialmente giustificata in virtù di una impossibilità di aderire alla convenzione per la mancanza del prodotto specifico necessitato (Enti del Servizio Sanitario Nazionale).
Non tutto risulta ancora chiaro. Per circa il 10% dei casi sono necessari altre indagine in quanto gli affidamenti autonomi non sono stati giustificati in termini di conseguimento di condizioni economiche migliorative.
Così conclude il comunicato diramato dall’Anac “dagli esiti dell’indagine, sono emersi profili di interesse per l’attività di vigilanza demandata istituzionalmente all’ANAC, avendo riscontrato numerosi casi di affidamenti diretti, in apparente assenza delle necessarie condizioni di legge, di proroghe di precedenti forniture e ripetizioni di servizi analoghi in mancanza dei relativi presupposti, nonché gravi situazioni di morosità da parte di soggetti pubblici che, di fatto, hanno impedito l’adesione alle relative convenzioni”.
Luca Tosto
(11 ottobre 2014)
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