DIGNITA' NEGATA
Arezzo, donna coperta di alcol e data alle fiamme. In Turchia una 15enne condannata a morte dalla famiglia
In Toscana è caccia al compagno della 49enne, le gravissime ustioni dopo una lite. Il ministro della giustizia di Ankara rende nota una vicenda agghiacciante: la ragazzina violentata da due cugini, un consiglio di parenti l'ha condannata a morire per salvare l'onore della famiglia.
Donne vittime di odio e travisamenti di dottrine culturali e religiose. Ad Arezzo una ragazza è stata ustionata gravemente, in Turchia una 15enne incinta è stata uccisa per “onore”. Due mondi diversi, lontani, eppure così tragicamente vicini.
Ieri ad Arezzo, in una delle vie centrali della città, una donna di 49 anni originaria della Romania è entrata in un bar per chiedere aiuto. I vestiti lacerati e bruciati e sul corpo: ustioni gravissime. E' scattato l'allarme e la richiesta di intervento al 118 che ha inviato in via Mecenate un'ambulanza. Ai soccorritori la donna avrebbe dichiarato che a gettarle alcol addosso e a darle fuoco era stato poco prima il compagno, un 60enne anch'esso originario della Romania. Mentre la donna veniva trasferita d'urgenza al pronto soccorso e quindi al Centro grandi ustionati di Genova, i carabinieri avviavano la caccia al presunto autore del folle gesto. A causare l'incredibile reazione dell'uomo sarebbe stata una normale lite tra i due.
La follia però alberga anche negli animi di 12 membri di una sorta di “consiglio di famiglia” che ha decretato la morte di una 15enne rimasta incinta a seguito dello stupro subìto da due suoi cugini. E' accaduto in Turchia due anni fa, ma la notizia è venuta a galla solo nelle scorse ore quando il Ministero della Giustizia di Ankara ha reso pubblici i dati dell'inchiesta in risposta a una interpellanza dell’opposizione. E' successo a Batman, una città nella Turchia sud-orientale. La ragazzina ha scoperto di essere rimasta incinta e non si è riusciti a individuare chi, dei due cugini accusati dello stupro, fosse il padre. La gravidanza però, avrebbe rischiato di compromettere “l'onore” della famiglia intera, così un “consiglio di famiglia” composto da 12 parenti tra cui il nonno e la nonna della piccola, tre zii, tre zie e due cugini ne ha decretato la condanna a morte. La 15enne aiutata dalla madre avrebbe voluto tenere nascosta la gravidanza e affidare il piccolo nascituro ad un orfanotrofio, ma è stata scoperta. E' stato uno zio a portarla in una cava dove ne è stato rinvenuto il cadavere. Ora tutti i membri del “consiglio di famiglia” rischiano l’ergastolo per avere istigato all’omicidio e per omicidio di una donna incinta per motivi tribali.
Giuseppe Bianchi
(11 settembre 2014)
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