Politiche Sociali
Nuovo ISEE: i dati del primo semestre
Il Dicastero del Lavoro ha fatto il punto sul nuovo indicatore: dichiarazioni più veritiere sono sinonimo di maggiore equità nell'accesso alle prestazioni.
Con un Comunicato del 28 ottobre, pubblicato sul sito istituzionale, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fatto il punto sul tema dell’ISEE.
Politiche Sociali, nuovo Isee.
I dati del primo semestre confermano che per due terzi della popolazione interessata il nuovo indicatore è più favorevole o uguale al vecchio, al netto di redditi e patrimoni precedentemente non dichiarati; le dichiarazioni con patrimonio nullo passano da quasi il 75% a meno del 20%.
Il 1° gennaio è entrato in vigore il nuovo ISEE. Molte sono state le innovazioni, sia dal punto di vista procedurale che delle regole di calcolo.
Nel primo semestre sono oltre 2 milioni i nuclei familiari che hanno presentato una Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) a fini ISEE. È un patrimonio informativo che permette di consolidare le conoscenze rispetto agli effetti delle nuove regole.
I dati di monitoraggio, che aggiornano quelli già pubblicati sul primo trimestre, sono stati sinteticamente illustrati nel Comunicato del Dicastero (vedi testo integrale in calce).
Nei primi sei mesi del 2015 la "popolazione ISEE" è già il 10% di quella complessiva.
Innanzitutto, il Ministero del Lavoro conferma la buona capacità del sistema ISEE di assorbimento delle nuove procedure, ricordando che, accanto a un ISEE profondamente riformato, è cambiato anche il modo in cui si richiede l'indicatore.
Non più sulla base di informazioni tutte autocertificate, ma con la "post-compilazione" della dichiarazione da parte di INPS mediante rilevazione automatica delle informazioni nei propri archivi e in quelli dell'Agenzia delle entrate.
Allo stesso tempo sono stati rafforzati i controlli, in particolare sui conti correnti e sul patrimonio mobiliare in generale.
A fronte di tali importanti novità, proseguono le tendenze già osservate nel primo trimestre: i tempi di rilascio dell'attestazione sono sempre più rapidi – ormai si è stabilmente intorno ai quattro giorni, cioè meno di un terzo di quanto previsto dal regolamento ISEE – e gli "errori" nella compilazione sono sempre meno frequenti, tanto da ridursi a giugno a percentuali fisiologiche.
La percentuale di popolazione coperta da dichiarazione ISEE a livello nazionale è pari nel primo semestre al 10,1%, passando da poco meno del 9% nel Centro-Nord a più del 13% nel Mezzogiorno.
Rispetto al passato, la distribuzione territoriale della "popolazione ISEE" è molto più omogenea: il Mezzogiorno resta l'area dove si presentano più dichiarazioni, ma la distanza con il resto del paese si è ridotta, osservandosi sostanzialmente solo in queste regioni un calo di DSU.
In realtà, sembra venir meno un'anomalia osservata gli anni scorsi, quando all'elevato numero di DSU presentate in tali territori non corrispondeva un altrettanto elevato livello di prestazioni erogate attraverso l'ISEE.
Per quasi due terzi della popolazione il nuovo Isee è più favorevole o indifferente rispetto al vecchio; per il terzo per cui è meno favorevole pesano i valori patrimoniali – Le DSU con patrimonio mobiliare (conti correnti e libretti di deposito) nullo passano da quasi il 75% a meno del 20%.
Discorso a parte meritano i nuclei delle persone con disabilità. In questo caso le regole di calcolo dell'indicatore sono state molto modificate e appare opportuno un approfondimento.
A differenza che per la popolazione complessiva e per i nuclei con minorenni, nel caso delle persone con disabilità la distribuzione per classi di ISEE cambia moltissimo con una densità molto maggiore nelle classi più basse di ISEE e un incremento in quelle più alte.
In particolare, rilevantissimo è il numero di nuclei per i quali l'ISEE si azzera: passano da meno del 9% a più del 20%.
Inoltre, il primo quartile (il valore che separa il quarto più povero dal resto della popolazione) si riduce di oltre due terzi e la mediana si riduce di oltre l'11%.
Ma non solo la metà più povera della popolazione trova il nuovo modo di considerare la disabilità più vantaggioso: se si prescinde dalle variazioni della componente patrimoniale (di natura trasversale a tutti i gruppi di popolazione), per poco meno di tre quarti dei nuclei le nuove modalità di definizione dell'ISEE per le persone con disabilità sono più favorevoli (58,1%) o indifferenti (10,4%).
Per il Ministro Poletti i dati confermano le prime impressioni positive: dichiarazioni ISEE più veritiere sono sinonimo di maggiore equità nell'accesso alle prestazioni.
Per saperne di più:
vai al testo integrale del Comunicato 28.10.2015
vai al Monitoraggio del primo semestre
Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Moreno Morando
(29 ottobre 2015)
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