Tribunale Federale Nazionale
Serie B di calcio: legittima la revoca dell'aggiudicazione del Commissario
Le squadre ricorrenti vantavano solo un "interesse semplice" alla conclusione della procedura.
La Serie B resta a 19 squadre, almeno per il momento. Lo ha stabilito il Tribunale Nazionale Federale, respingendo i ricorsi presentati da cinque squadre di Lega Pro avverso la decisione del Commissario straordinario della Figc di revocare l’atto di aggiudicazione provvisoria. Con quest’ultimo, Fabbricini aveva stabilito di “fissare i criteri e le procedure per l’integrazione del Campionato di Serie B”.
La vicenda parte da lontano ed esattamente dalla delibera datata 30 maggio 2018, con la quale il Commissario straordinario avviava la procedura per il ripescaggio delle squadre, aventi i requisiti per disputare il campionato cadetto. Tra ricorsi di chi chiedeva l’illegittimità di questa delibera (nella parte in cui estrometteva dal ripescaggio le società sanzionate per ragioni economiche) e controricorsi di chi ne chiedeva la conferma, veniva stabilito nel 27 luglio il termine ultimo per presentare domanda di ammissione al campionato di Serie B.
Le sette pretendenti aspiravano alle caselle lasciate libere da tre squadre della serie cadetta a cui non era stata concessa la Licenza Nazionale.
Il 13 agosto arrivava, tuttavia, il colpo di scena. A fronte dei molteplici ricorsi e alla irremovibilità della Lega di B di voler ridurre il format del campionato da 22 a un massimo di 20 squadre (divenute poi 19 per le motivazioni di cui sopra, relative alla mancata concessione della Licenza), il Commissario Straordinario ritornava sui propri passi, revocando la precedente delibera del 30 maggio.
D’intesa con la Lega di B, veniva inoltre modificato l’art. 49 delle NOIF, portando il numero di squadre di B per la stagione in corso da 22 a 19.
Le squadre ricorrenti non accettavano tali provvedimenti e li impugnavano dinanzi al Collegio di Garanzia. Quest’ultimo si dichiarava incompetente, rinviando il tutto all’attenzione degli organi di giustizia federale.
E così, in seguito al successivo ricorso di cinque squadre cadette, il Tribunale Nazionale Federale, con Comunicato n. 22, entrando questa volta nel merito, giungeva alla dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi.
Tutto questo poiché, secondo il Tribunale sia la Figc (nella scelta di revocare l’iniziale aggiudicazione) sia la Lega di B godono di ampia discrezionalità nella gestione e nell’organizzazione dei campionati. In particolare, secondo il TFN i suddetti provvedimenti “non sono sindacabili sotto il profilo della loro legittimità da questo Tribunale, se non per manifesta illogicità che, nel caso di specie, non sembra sussistere”.
E i diritti eventualmente violati dei ricorrenti che già pregustavano (o se non altro speravano) in un ripescaggio in serie B?
“In presenza di ragioni di pubblico interesse – aggiunge l’organo federale di primo grado, rimandando alla sentenza del Tar Piemonte, sez. II, 17 luglio 2017, 861 - non è neanche da classificare come attività di secondo grado, atteso che, nei confronti di tale determinazione, l’aggiudicatario provvisorio vanta solo un’aspettativa non qualificata o di mero fatto alla conclusione del procedimento…”.
Tutto ciò anche alla luce del fatto – conclude il TFN – che “nel caso di specie non è stata emanata alcuna graduatoria ufficiale” e quindi “non è dato conoscere ufficialmente neanche quali sarebbero state le Società concretamente interessate al positivo provvedimento di integrazione in quanto in possesso dei requisiti legittimanti la concessione della licenza”.
In buona sostanza, i ricorrenti, secondo il Tribunale, vantavano un interesse semplice alla conclusione della procedura e non un diritto soggettivo.
La serie B, partita ormai lo scorso 24 agosto, resta dunque a 19 squadre. E nonostante la battaglia dei ricorrenti prosegua sia a livello di giustizia sportiva (Corte d’Appello Federale) sia a livello di quella ordinaria, la strada sembra ormai tracciata.
Matteo Raimondi
(3 ottobre 2018)
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