Responsabilità
Ricevimento di nozze: il risarcimento ai neo sposi per la qualità pessima del cibo e dei servizi
I principi della Cassazione sul danno non patrimoniale e la differenza con quello da “vacanza rovinata”.
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Il Contratto di Banqueting - Puntata 31 - Stagione III
Con l’ordinanza del 17 ottobre 2019 la Seconda Sezione della Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello che ha negato a due coniugi il riconoscimento del danno non patrimoniale - conseguente al grave inadempimento di un ristoratore -richiesto dai sposini per la pessima qualità del cibo e dei servizi offerti al banchetto di nozze.
In particolare, la Suprema Corte non ha accolto la doglianza dei neo sposi secondo la quale nel caso in esame, la prova del danno non patrimoniale sarebbe intrinseca alla dimostrazione dell'inadempimento, analogamente a quanto si afferma per il danno da c.d. vacanza rovinata.
Ad avviso della Cassazione il giudice d'appello, nel confermare la decisione di primo grado di rigetto della domanda risarcitoria perché infondata e priva di riscontro probatorio nell'an e nel quantum, ha seguito l'orientamento giurisprudenziale secondo cui "il danno non patrimoniale, con particolare riferimento a quello c.d. esistenziale, non può essere considerato in re ipsa, ma deve essere provato secondo la regola generale dell'articolo 2697 c.c., dovendo consistere nel radicale cambiamento di vita, nell'alterazione della personalità e nello sconvolgimento dell'esistenza del soggetto; ne consegue che la relativa allegazione deve essere circostanziata e riferirsi a fatti specifici e precisi, non potendo risolversi in mere enunciazioni di carattere generico, eventuale e ipotetico".
Enrico Michetti
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Fonte: Massimario G.A.R.I.
La Direzione
(27 ottobre 2019)
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